Sono una mental coach perfezionata in Psicologia dello Sport e della Performance.
Mi guidano la passione per lo sport e la curiosità per i meccanismi della mente.
Supporto e affianco atleti e allenatori verso i loro traguardi sportivi.
Sono laureata in Scienze e tecniche psicologiche e in Ingegneria Meccanica.
Ho frequentato corsi e Master in ambiti legati alla prestazione: corso di Perfezionamento in Psicologia dello Sport e della Performance, Master in Programmazione Neuro Linguistica, Master in Sport Coaching, Master in Life Coaching "Emotional Management", Corso di Mental Coach di Primo Livello.
Ho un percorso formativo multidisciplinare, che mi consente un approccio flessibile e ampio alle necessità dei miei clienti.
Lo sport mi ha insegnato molto sul lavoro di squadra, la disciplina e la determinazione. Ha dato forma alla mia personalità e al mio approccio alla vita.
Essere un coach significa entrare a far parte di un team. Il lavoro sinergico porta dei risultati che vanno oltre il contributo delle singole professionalità.
Come coach mi prendo la responsabilità di seguire con competenza gli atleti che si impegnano nel percorso di coaching.
La componente psicologica della prestazione sportiva va curata e allenata costantemente, al pari di quella fisica, tecnica e tattica.
Ogni atleta e ogni squadra che lavora con me mi affida un sogno, che diventa anche il mio.
Una squadra ha una forza maggiore della somma delle singole parti. A volte è necessario ricalibrare i meccanismi che danno vita a questa alchimia.
In gara non sempre ci si esprime con il massimo delle proprie capacità: è un gap che può essere colmato.
Un allenatore deve avere competenze tecniche e tattiche, ma dà e ottiene il massimo quando crea un legame con i suoi atleti e con tutto il team di lavoro.
Un giovane atleta sereno e libero di esprimersi al meglio è quello che ha alle spalle dei genitori desiderosi di gestire opportunamente la sfera sportiva dei propri figli.
Un obiettivo, in qualunque ambito lo si inserisca, deve essere ben individuato e lo si deve sempre perseguire con metodo e tecniche specifiche.
La nostra vita è influenzata in modo significativo dalla sfera lavorativa. Dobbiamo essere in grado di riconoscerne i fattori negativi, individuarne gli elementi indispensabili, adottare le corrette strategie per un riallineamento con le nostre esigenze.
Il coaching è una metodologia che punta alla valorizzazione del potenziale personale e alla definizione di obiettivi sfidanti.
Si avvale di una relazione paritetica tra il coach e il coachee, basata sull'ascolto, il rispetto e l'alleanza.
Il coaching non è una pratica magica che realizza tutti i sogni, ma un processo creativo che ti stimola a massimizzare le prestazioni.
I successi si costruiscono con metodo, impegno, determinazione e costanza, giorno dopo giorno.
Il Modello S.F.E.R.A. è lo strumento di riferimento con cui lavoro e col quale accompagno atleti e performer verso la scoperta e l’impiego del proprio pieno potenziale.
S.F.E.R.A. è il Modello per l’analisi e l’ottimizzazione della prestazione sviluppato dal Centro di Psicologia dello Sport e della Prestazione Umana “Umbro Marcaccioli” di Torino, il cui direttore è il prof. Giuseppe Vercelli, responsabile dell’Area Psicologica di Juventus F.C.
Il Modello è stato presentato alla comunità scientifica internazionale in occasione del XII Congresso Mondiale di Psicologia dello Sport nel 2009.
Il processo di ottimizzazione consente all'atleta di ottenere prestazioni costantemente vicine alle sue reali potenzialità, in gara e in allenamento.
É uno strumento aggiuntivo che permette all’atleta, alla squadra o all’allenatore di rivalutare la prestazione dal punto di vista mentale grazie all’analisi condotta dal mental coach.
La trance ipnotica crea le condizioni favorevoli all’attivazione di risorse latenti del soggetto. L’ipnosi è uno stato alternativo di coscienza e pertanto la persona in trance rimane consapevole sia di quanto dice sia di ciò che fa.
Per chi ha difficoltà a ricavarsi uno spazio per gli incontri, è possibile fissare delle sessioni a distanza.
L’infortunio è un’esperienza che compromette il senso di stabilità e continuità fisica e psichica dell’atleta. Va gestito al meglio per un pieno e rapido recupero sia fisico che mentale. In ottica preventiva, è necessario ridurre tutte le condizioni di stress che preparano il terreno all’innesco del trauma e di recidive.
"Anche se non sono un professionista, posso seguire un percorso di mental coaching?"
Ti rispondo con una domanda: vuoi migliorare le tue prestazioni sportive? Se sì, poco importa che tu sia un professionista o no. Il coaching è indirizzato a chiunque sia interessato all’ottimizzazione delle proprie performance.
"C’è un’età minima per essere seguiti da un mental coach?"
Per i gruppi e le squadre di bambini vengono strutturate attività di avvicinamento al coaching, privilegiando l’aspetto ludico. Per un percorso con sessioni individuali l’età minima è di 12 anni.
"Sono l’allenatore di ragazzo al quale vorrei proporre una consulenza di coaching: è opportuno?"
La trasparenza è alla basa di un qualunque rapporto tra atleta/allenatore/coach. Pertanto è opportuno condividere la propria idea con l’atleta, il quale deve dare il consenso per il primo incontro. Successivamente sarà l’atleta stesso a decidere se proseguire, in piena autonomia.
"Il mio sport si adatta all’affiancamento da parte di un mental coach?"
Qualunque sport si pratichi, è importante gestire gli aspetti psicologici che lo caratterizzano. Che si tratti di uno sport individuale o di squadra, di resistenza o di forza, di combattimento o di precisione, la mente ha un ruolo fondamentale nel determinare le prestazioni e il benessere degli atleti.
"Quanto dura un percorso di Mental Coaching?"
Non c’è una durata massima specifica. Tutto dipende dagli obiettivi che si vogliono raggiungere e da come si affronta il processo di ottimizzazione. Una durata minima significativa per gli atleti è di quattro mesi.
"Posso essere seguita anche durante una gara/partita/allenamento?"
Assolutamente sì. L’opportunità dell’osservazione diretta della performance da parte del mental coach viene valutata di concerto con l’atleta e con l'allenatore.
"Chi deve sapere che seguo un percorso di coaching?"
Nessuno, se si vuole l’assoluta riservatezza. E’ il coachee che decide con quali persone condividere la sua scelta. Tuttavia, è consigliabile metterne al corrente il proprio allenatore della decisione presa.
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